Passa ai contenuti principali

Locke



RAGIONE ED ESPERIENZA:

John Locke, padre dell’empirismo moderno, rifiuta l’idea di una ragione assoluta e infallibile, sostenendo che essa deve essere ricondotta entro i limiti dell’esperienza, l’unica fonte valida di conoscenza. A differenza di Cartesio, che considerava la ragione autonoma e illimitata, Locke la vede strettamente legata ai dati empirici.

L’origine della sua ricerca è descritta nell’Epistola al lettore del Saggio sull’intelletto umano. Durante una discussione tra amici, Locke si rese conto che molte difficoltà derivavano dal non aver prima analizzato le capacità della mente umana. Decisero quindi di esaminare «l’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana» prima di affrontare questioni più complesse come la morale e l’educazione. Questo approccio permette di superare sia lo scetticismo radicale sia l’illusione di una conoscenza assoluta, consentendo all’uomo di ottenere una comprensione sufficiente per guidare le proprie azioni.

LA CRITICA DELL'INNATISMO:

La prima parte del Saggio sull'intelletto umano è dedicata alla critica dell'innatismo, ossia alla teoria secondo cui esisterebbero idee e principi innati nella mente umana fin dalla nascita. Questa dottrina, risalente a Platone e ripresa in epoca moderna da Cartesio e dai filosofi neoplatonici di Cambridge, sosteneva l’esistenza di verità universali indipendenti dall’esperienza, come il principio di non contraddizione.

Locke contesta questa teoria con due argomenti principali: primo, non tutti gli esseri umani, come bambini e persone con disabilità cognitive, hanno nozione di questi principi, il che esclude un consenso universale; secondo, idee come quella di Dio o le norme morali variano da cultura a cultura, smentendo l’idea che siano innate. Le differenze nei valori e nei concetti di bene e male tra le varie società dimostrano che la conoscenza non è innata, ma deriva dall’esperienza. Per Locke, l’innatismo ostacola il progresso della conoscenza e va quindi superato.

L'ORIGINE DELLA CONOSCENZA:

Secondo Locke, la conoscenza deriva interamente dall'esperienza, poiché la mente umana alla nascita è come un foglio bianco, privo di contenuti. Le idee si formano progressivamente attraverso due fonti principali:

• Le idee di sensazione, che provengono dai sensi (vista, udito, tatto, olfatto, gusto) e permettono di percepire colori, suoni, temperature, sapori, ecc.

• Le idee di riflessione, che derivano dall’esperienza interna e includono stati mentali ed emotivi come il dubbio, la percezione, l’amore e la rabbia.

La conoscenza si sviluppa gradualmente, in base alla varietà e ricchezza delle esperienze vissute. Per questo, Locke attribuisce grande importanza all’educazione, tema centrale della sua opera Pensieri sull'educazione.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE:

Locke distingue le idee in semplici e complesse.

• Le idee semplici derivano direttamente dall’esperienza sensoriale o riflessiva e non possono essere scomposte. Si dividono in:

• Qualità primarie (oggettive), come estensione, figura e movimento.

• Qualità secondarie (soggettive), come colori, suoni e sapori.

• Anche emozioni come dubbio, odio e amore rientrano tra le idee semplici.

• Le idee complesse nascono dalla combinazione ed elaborazione delle idee semplici grazie alla memoria e all’intelletto. Ad esempio, l’idea di "torta" è complessa, formata da idee semplici relative alla forma, consistenza, sapore, ecc.

L’intelletto, secondo Locke, non può creare nuove idee semplici né distruggere quelle ricevute dall’esperienza, ma solo rielaborarle.

IL VALORE DI VERITÀ DELLE IDEE:

Locke sostiene che la conoscenza dipende dalla conformità tra idee e realtà.

• Le idee semplici sono sempre vere perché derivano passivamente dall’esperienza sensoriale o interna, quindi non possono ingannarci.

• Le idee complesse, invece, possono essere errate, poiché la mente le costruisce combinando idee semplici, talvolta in modo non conforme alla realtà (ad esempio, creature immaginarie come unicorni o ippogrifi).

Locke distingue tra diverse tipologie di idee complesse: modi, sostanze e relazioni, che analizzerà nel dettaglio.

LE IDEE DI MODI:

Le idee di modi sono idee complesse che non esistono autonomamente, ma sono manifestazioni o dipendenze di sostanze. Locke le descrive come concetti che non possono sussistere da soli, ma devono essere riferiti a una sostanza. Esempi di idee di modi includono concetti come triangolo, gratitudine, omicidio, che si basano su relazioni o caratteristiche di altre cose. Per esempio, l'idea di gratitudine implica una relazione tra una persona che riceve un favore e un benefattore, mentre l'idea di bellezza dipende dalla combinazione di colori e forme piacevoli per un osservatore.

LE IDEE DI SOSTANZE:

Le idee di sostanze sono idee complesse che si riferiscono a entità particolari che si suppongono esistere autonomamente, come "uomo", "cavallo" o "esercito". Locke critica queste idee, poiché si basano sulla convinzione che le qualità degli oggetti siano sostenute da una "sostanza" che le unifica, ma non possiamo avere una conoscenza chiara di questa sostanza. Secondo Locke, l’esperienza ci fornisce solo idee semplici delle qualità degli oggetti, e la sostanza che presupponiamo è inconoscibile. Lo stesso ragionamento vale per le sostanze spirituali, come il pensiero e il ragionamento, che attribuiamo erroneamente a un "spirito" o "sostanza spirituale". In generale, Locke considera l'idea di sostanza una mera supposizione di un supporto sconosciuto delle qualità che producono le nostre idee semplici.

LE IDEE DI RELAZIONI:

Le idee di relazioni nascono dal confronto tra due idee, poiché una implica l'altra. Ad esempio, le idee di padre e figlio sono legate, così come quelle di causa ed effetto (come il calore e lo scioglimento della cera). Un'importante idea di relazione è quella di identità (A = A), che permette di percepire, ad esempio, il riflesso del proprio volto come "mia" immagine.

E DUE CERTEZZE DELL'UOMO:

Secondo Locke, l'intelletto umano è limitato e non può conoscere ciò che sta oltre le percezioni sensibili. Le uniche certezze non sensibili sono due:

• La certezza dell'io: la consapevolezza della nostra esistenza è intuitiva, simile alla percezione immediata di concetti semplici come "bianco" e "nero". Locke riprende l'idea cartesiana del "cogito", ovvero "se penso, esisto".

• La certezza di Dio: l'esistenza di Dio è conosciuta tramite una dimostrazione logica, deducendo che dal nulla non può derivare nulla. La presenza del mondo implica l'esistenza di un creatore.

IL TEMA DELLA PROBABILITÀ:

Locke afferma che la conoscenza dell'uomo sulla realtà esterna è limitata ma sufficiente per orientarsi nel mondo. La conoscenza assoluta non è possibile, specialmente riguardo a fenomeni minimi o vasti come la materia o lo spazio. La probabilità, dunque, diventa un campo fondamentale, in cui le affermazioni non possono essere certe, ma possono avvicinarsi alla certezza, guadagnando assenso se sono conformi all'esperienza o alla testimonianza. La ragione, moderata dall'esperienza, è lo strumento principale per comprendere il mondo, ma non è infallibile, e la sua efficacia può essere compromessa da confusione e linguaggio imperfetto.

IL CONVENZIONALISMO LINGUISTICO:

Locke dedica il terzo libro del Saggio sull'intelletto umano al linguaggio, sottolineando che le parole rappresentano idee e devono essere usate per comunicare in modo chiaro e preciso. Il linguaggio ha tre finalità principali: esprimere i propri pensieri, farlo facilmente e rapidamente, e comunicare la conoscenza delle cose. Il linguaggio è mal utilizzato quando non corrisponde a idee precise, quando le parole hanno significati privati o quando vengono usate in modo ambiguo. Locke conclude che un linguaggio chiaro rende i ragionamenti più precisi e favorisce una migliore comunicazione e comprensione della realtà.



 

Commenti

Post popolari in questo blog

Hume

La rifondazione della conoscenza umana secondo Hume David Hume, nato a Edimburgo in una famiglia della piccola nobiltà terriera, propose una profonda riforma del modo di affrontare i problemi filosofici, mirando a una “nuova scena del pensiero”. Nel suo "Trattato sulla natura umana" e nelle opere successive come la "Ricerca sull’intelletto umano", Hume sviluppa un metodo di indagine ispirato alla scienza sperimentale, in particolare alla fisica di Newton, applicandolo alla conoscenza e alla natura dell’uomo. Egli ritiene fondamentale comprendere l’essere umano, poiché da questa conoscenza derivano tutte le altre scienze, incluse quelle morali e religiose. Impressioni, idee e il principio empirico Hume distingue tra impressioni, ovvero percezioni vive e immediate, e idee, immagini meno intense che derivano dalle impressioni. Ogni idea deve poter essere ricondotta a un’impressione originaria; altrimenti, come molte idee metafisiche, risulta priva di signif...

Cartesio

LA CONTRAPPOSIZIONE TRA RES COGITANS E RES EXTENSA: Cartesio distingue due sostanze fondamentali: la res cogitans (sostanza pensante) e la res extensa (sostanza estesa). La res cogitans è l'anima, sinonimo di spirito, indipendente dal corpo e immateriale. Il corpo, invece, appartiene alla res extensa, regolato da leggi meccaniche e distinto dall'anima. Da questa opposizione nasce il dualismo cartesiano, secondo cui il pensiero esiste autonomamente rispetto ai processi fisiologici. Anche dopo la morte del corpo, l'anima continua a esistere separatamente. Questa concezione porta alla visione del corpo come una macchina, le cui funzioni (respirazione, locomozione, digestione) sono puramente meccaniche e indipendenti dalla coscienza. In questo contesto, il sistema nervoso è visto come un insieme di canali in cui scorrono gli "spiriti vitali", responsabili del movimento, in contrasto con le attuali conoscenze scientifiche sugli impulsi elettrici. L'ANAL...

Hobbes

L'UOMO COME ESSERE NATURALE E CORPOREO: Hobbes concepisce l’uomo come un essere interamente naturale e corporeo, la cui conoscenza e attività mentale possono essere spiegate solo in termini materiali. La sua dottrina si basa sull’idea che gli individui siano mossi dall’egoismo e dal proprio interesse, vivendo in un costante conflitto. Secondo Hobbes, ogni conoscenza deriva dai sensi: la sensazione nasce dal movimento degli oggetti esterni sugli organi di senso, trasmesso al cervello, dove produce immagini che, permanendo nella memoria, danno origine all’immaginazione. L’intelletto opera su queste immagini attraverso il linguaggio, collegando i nomi attribuiti alle cose per formare affermazioni e ragionamenti. Hobbes paragona la ragione a un’attività computazionale simile al calcolo matematico, L su addizioni e sottrazioni concettuali. Questo metodo non si applica solo alla matematica e alla logica, ma a tutti i campi del sapere, comprese le arti e la scienza politica. S...